Arcivescovo Ieronymos: Lottiamo per la conservazione della nostra unità

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"Soprattutto nei giorni difficili che stiamo attraversando, all'insicurezza, il dolore, la tristezza, paura e morte, non smettiamo di stare uno accanto all'altro con amore, speranza, comprensione e pazienza, supporto, prendersi cura e preservare “se stessi e gli altri”, ma soprattutto, riponendo la nostra speranza nel Signore Nato", sollecita, Compreso, nel suo messaggio di Natale l'arcivescovo di Atene e di tutta la Grecia Ieronymos.

E aggiunge: "Lottiamo per la conservazione della nostra unità, stare lontano da ogni tipo di estremismo e fanatismo e, Prima di tutto, restiamo uniti all'Eterno Dio, il Vecchio dei Giorni, chi ci sta allattando, Egli rimane con noi e ci viene offerto attraverso la nostra partecipazione al suo Santo Corpo, la Santa Chiesa.

Solo allora festeggeremo un vero Natale, avvicinandosi “nuovo” e grande mistero e rinnovando la nostra vita".

Il messaggio di Sua Beatitudine in dettaglio:
Miei cari fratelli e figli,
«Δι’ μάς γαρ εγεννήθη παιδίον νέον, il Dio dei secoli”.

Oggi tutta la creazione celebra la nascita del nostro Cristo e tutti siamo chiamati a concepire una nuova realtà in relazione alla comprensione dell'uomo e della sua storia: "Cristo incarnato, fibra siamo deificati ", proclama Atanasio il Grande. Dio si fa uomo, per farci tutti dei per grazia. È nato in mezzo a noi, come ogni essere umano, sotto forma di neonato.

San Romano il Melodista descrive questo evento nell'inno del Kontakion di Natale: «Bambino al neon, il Dio dei secoli”. Queste parole, "Bambino al neon" e "Dio", sono i più rivelatori sul mistero del Natale. Il bambino nato nel nostro mondo non è altro che il "Dio dei secoli", cioè il Creatore dell'universo. La sensibilità poetica dell'innista non basta per dire semplicemente che Dio è nato come essere umano. Propone l'immagine più potente di quel bambino, del neonato (che non dice un'epica), chi non sa parlare. Dio entra nella vita umana senza fare affidamento sul potere del prestigio e del potere perché l'incarnazione di Dio è un prodotto dell'amore divino.

Sfortunatamente, Tuttavia, Umano, anche quando si trova in situazioni estreme in cui spesso si è portato, come quelli dei tempi moderni, cerca costantemente di avere forza e potere esterni. Vuole fare affidamento sul prestigio di qualsiasi posizione e cerca qualsiasi forma di potere, usando il bisogno e la paura con l'unico scopo di dominare il suo prossimo. la sua tragedia, Tuttavia, è esattamente questo: vivere nell'illusione che la sua sottomissione al potere della paura e del bisogno, e il loro uso simultaneo contro altre persone, può renderlo onnipotente. E non esita a vendere nulla, anche sacro, su’ questo autoinganno, anche questa vita sua e dei suoi simili.

Il "Dio bambino", Tuttavia, viene a liberarci da ogni inganno e delusione. Non si sforza di difendere il suo prestigio e il suo potere: "Nessun rapimento che ho condotto è uguale a Dio", ma offerto e offerto: "Si svuotò sotto forma di manico da schiavo". Non calcola i costi e per’ questo non resta chiuso e isolato nell'esclusività della grandezza della Sua Divinità, ma è d'accordo. "Il Salvatore è d'accordo, del genere umano", assume la natura umana, lo rinnova con la sua divinità, lo rigenera e gli dona "la maggior parte della vita". L'umiltà divina ha agito come un potente antidoto all'arroganza umana, che è la radice del peccato. Il discorso di San Gregorio Teologo è sconvolgente, quando descrive questa concessione come uno svuotamento – vuoto di Dio nella persona di Cristo: "Chi è pieno si svuota * perché per un poco si svuota della sua gloria, in modo che io possa assaporarne la pienezza". Senza questo vuoto di Dio, l'inconcepibile per la mente umana finita, non poteva essere riempito – deificazione dell'uomo.

I miei fratelli e i miei figli,

Il vuoto divino dall'umile grotta di Betlemme deve n’ è il nostro modello di ruolo sicuro nelle nostre relazioni con gli altri. Ci vuole una lotta costante per offrire amore, sacrificio, accettazione dell'altro e dei suoi bisogni, estasi da noi stessi per il bene degli altri.

Soprattutto nei giorni difficili che stiamo attraversando, all'insicurezza, il dolore, la tristezza, paura e morte, non smettiamo di stare uno accanto all'altro con amore, speranza, comprensione e pazienza, supporto, prendersi cura e proteggere "noi stessi e gli altri", ma soprattutto, riponendo la nostra speranza nel Signore Nato.

Lottiamo per la conservazione della nostra unità, stare lontano da ogni tipo di estremismo e fanatismo e, Prima di tutto, restiamo uniti all'Eterno Dio, il Vecchio dei Giorni, chi ci sta allattando, Egli rimane con noi e ci viene offerto attraverso la nostra partecipazione al suo Santo Corpo, la Santa Chiesa.

Solo allora festeggeremo un vero Natale, avvicinandoci al "nuovo" e grande mistero e rinnovando la nostra vita.

Ti auguro buon compleanno, santificato e glorificato, piena della grazia del nostro Cristo incarnato.

Con tanto amore paterno

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